Covid19: primi casi positivi a Kalongo e in Uganda la situazione si aggrava

Era solo una questione di tempo, come si temeva da mesi il Covid ha raggiunto in questi giorni il dr Ambrosoli Memorial Hospital che ha registrato i primi casi positivi. Questa pandemia che sta affliggendo il mondo non si ferma e non risparmia nessuno. Anche in Uganda la situazione si sta aggravando: i dati confermati ieri dal Ministero della Salute ugandese parlano di 8.129 casi positivi accertati su 480.037 tamponi eseguiti, mentre a inizio luglio i casi totali erano 935.

A Kalongo tutte e 9 le persone che sono risultate contagiate sono state immediatamente ricoverate nell’unità d’isolamento e due di loro trasportate al Gulu Regional Referral Hospital, l’ospedale regionale di Gulu, come da protocollo governativo. Ora si attende l’esito dei tamponi fatti ai loro familiari e a 171 membri dello staff dell’ospedale, per cercare di capire l’entità dell’emergenza in corso.

Il dr. Smart, direttore dell’ospedale di Kalongo e membro della task force distrettuale messa in atto per prevenire la pandemia, ci ha confidato preoccupato il timore che i casi censiti in ospedale rappresentino solo la punta dell'iceberg e che le persone colpite dal virus siano in realtà molte di più. E’ infatti molto probabile che i numeri non descrivano la reale circolazione del virus nel Paese.

Quello che si teme di più infatti è che le persone ricoverate per altre patologie possano scappare dall’ospedale per paura di contrarre il virus. Perché qui a Kalongo malaria, anemia, HIV e tutte le altre patologie non hanno lasciato l’ospedale per far posto al Covid, anzi ne facilitano l’ingresso o accrescono la difficoltà di diagnosi. Basti pensare ai picchi epidemici della malaria che con la stagione delle piogge colpiscono sempre il Paese: con l'impossibilità di testare tempestivamente tutti coloro che hanno la febbre - primo sintomo della malaria- fare diagnosi accurate diventa difficile, se non impossibile.

La preoccupazione è grande, tutti abbiamo visto ciò che il virus può fare, e in un contesto di grande fragilità come Kalongo, dove le sfide sanitarie sono all'ordine del giorno e i bisogni molteplici, non si può fare a meno di chiedersi quale impatto il Covid avrà sull'ospedale e sulla popolazione locale, già così vulnerabile.

Se l’ospedale in questo momento è attrezzato per gestire questa prima fase dell’emergenza lo dobbiamo a quanti continuano a sostenere la Fondazione anche in questi difficili mesi: siamo riusciti a consegnare all'ospedale dispositivi sanitari e di sicurezza per la lotta contro il Covid.

Diventa indispensabile alzare il livello di sicurezza e contribuire a sostenere l’ospedale nei suoi bisogni quotidiani, come gli stipendi del personale sanitario, la cui presenza, regolare e continua, è di estrema importanza per la cura di adulti e bambini, specialmente adesso che non può contare sul supporto dei medici volontari italiani né delle studentesse della scuola di ostetricia. Cosi come contribuire all'acquisto di farmaci e strumenti necessari per fare diagnosi accurate, prevenzione e per somministrare le terapie indispensabili a salvare il maggior numero di persone.

Non lasciamoli soli. Grazie per quello che potrete fare!

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