CARI AMICI,
l’anno che è passato è stato drammatico, ma anche unico nell’offrirci nuove opportunità come quella di intensificare la relazione
con voi in un momento di paura e di solitudine per ciascuno di noi. Non vi nascondo che con il propagarsi della pandemia abbiamo
temuto di non riuscire a mantenere gli impegni presi con l’ospedale e la scuola di ostetricia.
La vostra risposta così pronta e concreta in un momento così incerto ci ha sorpreso ancora una volta.
È grazie a voi se siamo intervenuti con tempestività per sostenere l’ospedale nel far fronte alla pandemia e per fare in modo che nessuna attività medica fosse interrotta. È grazie a voi se nonostante inevitabili difficoltà siamo riusciti a portare avanti i progetti in corso, completando il nuovo reparto d’isolamento della pediatria, il blocco dei servizi igienici e le nuove cucine dedicate al reparto: interventi essenziali per migliorare il benessere dei bambini costretti a periodi di isolamento.
Sono proseguiti verso l’ultimo anno di cantiere i lavori di ristrutturazione degli alloggi per il personale ospedaliero, la cui presenza continuativa è oggi ancora più importante.
Purtroppo, a questi risultati concreti si affiancano gli effetti indiretti ma altrettanto drammatici della pandemia. Un esempio su tutti: il numero di parti in ospedale è dimezzato rispetto all’anno precedente. Moltissime donne hanno rinunciato a un parto sicuro per il timore o per le difficoltà a recarsi in ospedale, scegliendo di partorire a casa senza l’assistenza di ostetriche qualificate.
2.707 contro 4.778 parti: questo numero dimezzato racconta di parti avvenuti in condizioni estremamente rischiose per la vita delle mamme e dei loro bambini. Il personale ospedaliero si sta impegnando a rafforzare strumenti e strategie per promuovere la salute nei villaggi tra chi non ha accesso ai servizi sanitari di base. Pur continuando a prendersi cura delle quasi 50.000 persone che ogni anno si rivolgono all’ospedale.
La nostra forza nell’essere al loro fianco è la fiducia reciproca che da sempre distingue il rapporto tra la Fondazione e voi che ci sostenete. Quel filo rosso che lega noi e voi a Kalongo e ci permette di portare avanti con coerenza e serietà la testimonianza di bene che padre Giuseppe Ambrosoli ci ha lasciato. Perché l’ospedale resti un punto di riferimento concreto e sicuro per tutte le migliaia di persone che da oltre 60 anni vi si affidano.
Giovanna Ambrosoli
Partecipa al nostro web talk, il 6 maggio ore 18.00.
Un modo per ritrovarci in questo momento in cui la distanza ha rallentato tutto. Una serie di web talk in cui fare quattro chiacchere in compagnia di esperti su svariati temi che possono rallegrare le vostre giornate e far riscoprire le vostre passioni.
Cominciamo con i fiori. Durante la LIVE avrete la possibilità di farvi ispirare e fare tutte le domande che vorrete al nostro esperto! L’architetto Erica Ratti, specialista in garden design di Rattiflora. Azienda familiare con sede nella splendida cornice del lago di Como, che opera da quasi 80 anni nella progettazione di giardini e studio di allestimenti floreali e ha portato la creatività italiana nel mondo. I fiori di Rattiflora hanno arricchito anche le scenografie di matrimoni di molte celebrità, come Boris Becker, Borromeo- Elkann, Jennifer Lopez, Madonna e Wayne Rooney.
Per rallegrare le tua giornate, riscoprire la tua passioni e, se vuoi, fare del bene a sostegno dell'ospedale di Kalongo.
Ti aspettiamo e se puoi porta un amico!
I fondi raccolti sosterranno il reparto di maternità che accoglie e assiste circa 3.000 mamme ogni anno.
Partecipa al nostro web talk, 27 maggio ore 20.30.
Ogni giorno all’ospedale di Kalongo si affrontano sfide quotidiane per salvare tante vite, soprattutto mamme e bambini, i più vulnerabili.
A fianco del personale medico locale ci sono anche due medici italiani: Carmen Orlotti chirurgo che ha scelto di rimanere a Kalongo durante il Covid 19, e Tito Squillaci pediatra da sempre vicino alla Fondazione e all’ospedale, il primo medico italiano che è tornato a Dr Memorial Hospital dopo la pandemia, appena le misure di restrizione lo hanno consentito. Il 27 maggio ci racconteranno come la comunità di Kalongo e l’ospedale stanno vivendo questo momento: storie di vita quotidiana!
Una diretta davvero speciale con due persone molto speciali.
Non mancate!
Lo scorso anno all’ospedale di Kalongo abbiamo assistito in ambulatorio 31.058 persone e accolto in reparto 16.779 pazienti. Persone che altrimenti non avrebbero potuto ricevere le cure di cui avevano bisogno. Bambini che senza l’aiuto di un’ostetrica difficilmente sarebbero venuti alla luce.
Ascolta le parole appassionate della dottoressa Martina Mandolesi, amica della Fondazione che ha operato al Dr Ambrosoli Memorial Hospital
A Kalongo, uno dei luoghi più poveri e isolati del Nord Uganda, medici, infermieri e ostetriche lavorano senza tregua per difendere la vita dei più deboli. Forti del nostro sostegno, senza il quale sarebbe per loro difficilissimo operare.
Oggi ti chiediamo di darci fiducia e sostenerci con il tuo 5x1000.
Un gesto semplice che può cambiare il futuro di molte persone qui a Kalongo, soprattutto quello di mamme e bambini!
FAI PASSAPAROLA CON I TUOI AMICI, SCARICA L'IMMAGINE DELLA CAMPAGNA DA CONDIVIDERE SUI CANALI SOCIAL E WHATSUP
GRAZIE!
“Incoraggiare le donne in gravidanza a continuare a presentarsi alle visite prenatali, a nutrirsi in modo corretto, ad allattare in modo esclusivo per i primi sei mesi, è fondamentale per prevenire la malnutrizione nei bambini più piccoli. Così come convincere i genitori a portare in ospedale i bambini malnutriti il prima possibile e non aspettare quando magari è troppo tardi è di fondamentale importanza in aree povere, vaste e isolate come questa ” racconta Alice Akello infermiera appassionata, in prima linea nella lotta alla malnutrizione alla Nutrition Unit dell’ospedale di Kalongo.
“Per fermare la malnutrizione occorre raggiungere e coinvolgere le madri, i genitori e le comunità locali perché imparino a riconoscere i primi segni della malnutrizione e siano consapevoli dell’importanza di mangiare cibi nutrienti per prevenirla. Anche per questo visitiamo i villaggi e insegniamo alle persone quali alimenti coltivare nei propri orti e come cucinarli per salvaguardare i valori nutrizionali. Promuoviamo le buone pratiche igienico sanitarie per prevenire malattie come le infestazioni da vermi, la diarrea e la malaria che nel lungo periodo causano la malnutrizione. Purtroppo il distretto di Kalongo è molto vasto e non riusciamo a raggiungere tutti i villaggi, sono ancora molte le famiglie che non possono beneficiare della nostra consulenza nutrizionale e sanitaria, ma non ci arrendiamo, vogliamo raggiungere il maggior numero di famiglie possibile. Ci sono ancora tanti bambini da proteggere e salvare”.
Non ci possiamo fermare!
In Africa il dilagare della pandemia sta avendo gravi effetti sulla malnutrizione ed è l’unico luogo al mondo in cui i più colpiti sono i bambini.
La povertà delle famiglie e i tassi di insicurezza alimentare sono aumentati. I servizi nutrizionali essenziali e le catene di approvvigionamento proseguono molto a singhiozzio. I prezzi dei prodotti alimentari sono saliti alle stelle. Di conseguenza, la qualità della dieta dei bambini è diminuita e i tassi di malnutrizione continuano ad aumentare.
Un’analisi del Lancet evidenzia che la prevalenza di malnutrizione acuta tra i bambini sotto i cinque anni potrebbe aumentare del 14,3% nei paesi a basso e medio reddito, a causa dell'impatto socio-economico di COVID-19. Tale aumento si tradurrebbe in oltre 10.000 morti di bambini in più al mese, con oltre il 50% di questi decessi nell'Africa subsahariana. L'aumento stimato della malnutrizione acuta tra i bambini è solo la punta dell'iceberg, avvertono le agenzie delle Nazioni Unite.
La malnutrizione acuta è una forma di malnutrizione pericolosa per la vita dei bambini, in quanto li rende troppo magri e deboli, a maggior rischio di morire, o di crescere, svilupparsi e apprendere in modo inadeguato. Ma il COVID-19 può aumentare anche altre forme di malnutrizione nei bambini e anche nelle donne, tra cui arresto della crescita, carenze di micronutrienti, sovrappeso e obesità come risultato di diete più povere e dell'interruzione dei servizi nutrizionali.
Anche a Kalongo dove i pazienti assistiti dall'ospedale vivono ben al di sotto la soglia di povertà, la pandemia non ha fatto altro che peggiorare la situazione già precaria di tante famiglie. Molte persone hanno perso il lavoro e hanno difficoltà ad accedere ad una dieta sana e alle cure mediche.
Le principali vittime di questa emergenza sono proprio i tantissimi bambini malnutriti, il cui numero cresce giorno dopo giorno. Nel 2020 l'ospedale di Kalongo ha curato quasi 600 bambini affetti da malnutrizione o nati sottopeso. Molti dei quali colpiti anche da malaria, anemia, polmonite.
In assenza di un'azione efficace e tempestiva, il COVID-19 comporterà un drammatico aumento di bambini malnutriti.
Per affrontare questa emergenza stiamo mettendo in campo tutte le risorse e le competenze necessarie a promuovere le visite prenatali, l'assistenza postnatale e l’allattamento materno. A garantire assistenza adeguata ai bambini ricoverati. A rafforzare le visite sul territorio per incrementare l’educazione alle buone pratiche alimentari e raggiungere chi, a causa della pandemia, non viene più in ospedale.
Misure semplici ma efficaci capaci di fare la differenza per migliaia di bambini oggi più che mai a rischio malnutrizione. Questa è una delle tante sfide che abbiamo davanti.
La storia che vi raccontiamo oggi è una bella storia di “valori condivisi” quelli arrivano all’anima e toccano il cuore. Da anni Gianni Gasperini, come volontario, sostiene la Fondazione Ambrosoli dedicandosi con passione all’ospedale di Kalongo, la stessa passione e dedizione che negli anni ha messo nel suo percorso professionale presso la Coop di Uggiate. Per Gianni si chiude un ciclo, come per tutti nella vita, è arrivato il momento di andare in pensione e così ha espresso il suo desiderio alla Direzione della Coop: “Vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me in questi anni di collaborazione e se possibile per chiudere questa fase della mia vita, invece di fare una ‘festa di pensionamento’ mi piacerebbe lasciare un segno con voi con cui ho sempre avuto l’opportunità di condividere i valori che ci avete trasferito: mettere sempre al centro le persone e adoperarsi per il bene il comune. Il mio desiderio sarebbe quello di poter aiutare l’ospedale di Kalongo, contribuendo ai progetti che la Fondazione Ambrosoli porta avanti tra mille difficoltà per garantire continuità dell’opera di Padre Giuseppe”.
La Direzione della Coop di Uggiate ha risposto con entusiasmo e grande senso di sensibilità.
“Siamo una società fondata sulle persone che si prodiga da sempre per dare il suo contributo per migliorare le condizioni materiali, morali e culturali non solo sul territorio dove operiamo ma anche guardando al bene dell’umanità – ha dichiarato Paolo Bernasconi, Direttore Coop Uggiate – “Per questo con grande senso di responsabilità abbiamo deciso di aiutare l’ospedale di Kalongo fondato da padre Giuseppe Ambrosoli, la cui beatificazione verrà presto celebrata in Uganda, perché garantire il diritto alla salute è prerogativa fondamentale per una società globale che guarda allo sviluppo futuro. La salute deve essere un bene comune inalienabile e universale … e questa pandemia mondiale ce lo sta facendo vivere ogni giorno”.
La donazione di Coop Uggiate permetterà di realizzare il progetto di rifacimento della dorsale fognaria esistente che raccoglie le acque reflue della maggior parte degli edifici del complesso ospedaliero di Kalongo. Le condutture attuali sono infatti ormai troppo piccole per gestire la portata delle acque reflue, considerando anche la futura espansione dell’ospedale. Si tratta di un progetto importante che contribuisce a garantire i sistemi di sicurezza e di igiene della struttura ospedaliera che, fondata da Padre Giuseppe nel 1957 e sopravvissuta a tutte le guerre civili e alle incurie del tempo, ha necessità di continui interventi strutturali per mettere al sicuro la salute della comunità che vi gravita attorno.
“Sono appena rientrato da Kalongo dove mi sono recato per controllare tutti i rilievi, in quanto quelli arrivati da Kalongo per la mancanza di strumenti adeguati non consentivano di mettere a punto in modo preciso il progetto tecnico. Ora ci dedicheremo alla definizione finale del progetto e a febbraio ripartirò per un periodo di 6 mesi per seguire i lavori” – ci racconta Gianni appena rientrato da Kalongo – “L’ospedale di Kalongo rappresenta un vero ‘miracolo’, come molti che come me hanno avuto modo di vedere e toccare con mano affermano: una realtà immersa nella savana, nel nulla, che riesce a ad aiutare migliaia di persone che arrivano qui percorrendo anche più di 25 km con i ‘boda boda’ per ricevere le cure e tornare poi a casa a piedi dopo un intervento o la nascita di un bambino … qui capisci veramente il valore della salute e l’amore per gli altri che Padre Giuseppe ci ha tramandato attraverso quest’opera”.
Grazie alla COOP di Uggiate per aver sostenuto questo importante progetto!
Il nostro dono ai bambini di Kalongo.
Il 1 dicembre è la giornata mondiale del dono: in più di 150 paesi ci si ferma dalla frenesia quotidiana del consumismo e si accende una luce di speranza riflettendo sul valore e l’importanza del dono per incoraggiare tutti a essere parte di un progetto più grande, quello della solidarietà per costruire il migliore dei mondi possibili.
Donare è un gesto d’amore che dà agli altri, ma che regala emozioni e una crescita interiore anche a chi lo fa, come ci raccontano alcuni “amici” della Fondazione, medici, volontari, sostenitori, che hanno scelto di essere al nostro fianco per portare avanti il grande dono che Padre Giuseppe ci ha lasciato.
Per celebrare la giornata del dono, regalateci il vostro voto nella campagna lanciata da “Giving Tuesday Italia”, ci aiuterete a fornire al reparto di pediatria del Dr Ambrosoli Memorial Hospital tutti gli arredi necessari a garantire un ricovero dignitoso a più di 8.000 bambini ricoverati ogni anno.
Potete votare per il progetto della Fondazione fino a un massimo di 4 volte. Le votazioni sono aperte, avete tempo per votare il progetto e far votare ai vostri amici fino al 12 gennaio. Grazie ai voti di chi ci sostiene, la Fondazione potrà vincere un premio in denaro fino a €6.000!
I vostri voti si tradurranno in letti, lampade, sorrisi e diritto alla salute dei bambini!
Questo sarà un Natale particolare. Per tutti. Stiamo vivendo uno dei momenti più difficili.
Ma è proprio nei momenti più difficili che la solidarietà entra con maggior intensità a far parte di noi
e ci fa guardare l’altro con occhi diversi e con il cuore aperto.
Scegliendo uno dei nostri doni di Natale, regali un piccolo pezzo di futuro e di speranza a chi non ce l’ha.
Potremo insieme a te curare un bambino malato, sostenere una mamma,
garantire dispositivi sanitari e di sicurezza per la lotta contro il Covid a chi vive da sempre nell’emergenza.
Quest’anno più che mai non lasciamoli soli.