Laura: volontaria in pediatria in Uganda

Quando si arriva in pediatria sembra di essere in un frullatore. I bimbi sono tantissimi. Sono bimbi che non si lamentano, non fanno i capricci e regalano sorrisi incredibili. La maggior parte di loro arriva per malaria severa con tutte le sue complicanze, poi c’è chi arriva con infezioni di vario tipo o perché severamente malnutrito.

Sono quadri clinici proprio diversi da quelli a cui siamo abituati in Italia. Bisogna darsi del tempo e pian piano si impara ad affrontarli. Tanti bimbi arrivano in ospedale con quadri severi che richiedono trattamenti tempestivi. Spesso per i genitori è difficile  raggiungere l’ospedale o avere i soldi necessari a garantire il ricovero e le cure.

Ci si trova a fare tutto il possibile per salvarli. Ma le risorse limitate, sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico, rendono la gestione ancora più complessa, talvolta è molto difficile arrivare a una diagnosi precisa o prescrivere il trattamento più adatto.

Il personale sanitario si impegna al massimo con ciò che ha a disposizione, ma si trova spesso a confrontarsi con limiti talvolta insuperabili. Bisogna provare a immedesimarsi, capire e accettare le cose che non si possono cambiare ma continuare con determinazione a lavorare per salvare il maggior numero possibile di vite e tenere accesa la speranza!

(Laura Badiali, specializzanda in pediatria, Kalongo 2024)

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