La cosa che mi rimane più impressa ogni mattina quando inizio la mia giornata in ospedale, divisa tra la terapia intensiva neonatale e la pediatria sono i numeri: 208 è il numero di bambini ricoverati ora in pediatria, 61 i posti letto disponibili, 1.353 i bambini sotto i 5 anni colpiti da malaria, accolti in ospedale negli ultimi tre mesi

1.8 è il valore di emoglobina più basso che abbia mai visto in vita mia, talmente basso che sarebbe folle pensare possa essere compatibile con la vita. Questo è il valore di emoglobina del primo bambino che ho visto morire di malaria a Kalongo.

E’ da inizio giugno che l’epidemia di malaria in Uganda non lascia scampo e colpisce soprattutto i bambini che il più delle volte arrivano in ospedale in fin di vita, nella speranza di trovare una cura.

E quale sarebbe la cura per la malaria? L’Artesunate è il farmaco indicato nelle forme di malaria complicata, ma nelle forme con grave anemia, qual è la cura? Il sangue. Ma questo è un problema in tutta l’Africa. Per Kalongo, la banca del sangue più vicina si trova a Gulu, che dista circa quattro ore di macchina. Ma tante volte il sangue non c’è nemmeno lì.

Che si fa allora? S’inizia a fare lo screening ai genitori, per vedere se sono compatibili, ma tante volte non possono donare perché hanno già donato all’altro figlio oppure sono mamme in gravidanza, o papà con una malattia trasmissibile con il sangue (HIV, epatite B). Altre volte non sono semplicemente compatibili.

 Che cosa puoi fare se sei il medico del bambino con 1.8 di emoglobina perché non muoia?

Provi a chiedere agli altri famigliari, ma spesso vivono troppo lontano e non arriverebbero in tempo. Se sei compatibile tu, e negli ultimi tre mesi non ha già donato, doni tu stesso.

Ieri però sono riuscita a trovare una studentessa di ostetricia che ha donato per un altro bambino che aveva 2.8 di emoglobina, e questo bimbo ce l’ha fatta.

Ma se per tutti questi casi di anemia gravissima, senza sangue non si può fare molto, per gli altri casi, con valori di emoglobina sopra i 5 gm/dl, la cura principale resta il medicinale, l’Artesunate.

Dobbiamo salvaguardare la vita di questi bambini. Non possiamo e non dobbiamo arrenderci. Si può e si deve andare avanti.

 

Antonella Tuscano,
specializzanda in pediatria
di Idea Onlus partner di Fondazione Ambrosoli

Nel distretto di Agago, nella regione Acholi in Nord Uganda dove si trova il Dr. Ambrosoli Memorial Hospital, la principale fonte di reddito per la popolazione locale (circa 238.000 persone di cui il 46% ha meno di 15 anni) è l’agricoltura, condotta ancora su piccola scala a conduzione familiare senza alcun supporto di tecnologia anche basica. Si coltiva principalmente grano.

Conseguenza dei cambiamenti climatici che stanno toccando l’universo, quest’anno anche qui in Nord Uganda le piogge stagionali sono arrivate molto in ritardo, compromettendo il periodo di coltivazione dell’intera area. Intorno a marzo-aprile le scorte di cibo delle famiglie si stavano già esaurendo e al mercato locale si trovava una varietà di cibo molto povera di alimenti nutrizionali. Solo a maggio con l’arrivo delle piogge si è potuto dare inizio alla coltivazione dei campi.

Nel frattempo in ospedale sono arrivati i primi casi di malaria che sono andati in crescendo repentinamente, colpiti in modo particolare i bambini. Con la malaria diffusasi nella regione (tra maggio e agosto 1589 casi solo tra i bambini sotto i 5 anni) anche i casi di malnutrizione sono aumentati, soprattutto sempre fra i bambini sotto i 5 anni. Solo tra aprile e agosto si sono registrati circa 245 casi di malnutrizione grave.

A causa delle forti e frequenti piogge molti genitori non riuscivano a portare i propri figli in ospedale per effettuare le dovute visite di controllo. Lo staff medico dell’ospedale ha così deciso di istituire un’unità mobile di infermieri pediatrici addestrati alla valutazione della malnutrizione per eseguire una rapida ricognizione sul territorio e garantire il maggior numero di ricoveri ospedalieri.

Un totale di 610 bambini sono stati sottoposti a screening per malnutrizione, 102 hanno mostrato segni pericolosi, e quasi la metà potrebbero morire senza cure e assistenza immediate.

Latte e cibo terapeutici vengono inviati attraverso l’Ospedale Governativo, ma ormai da molto tempo Il Dr. Ambrosoli Memorial Hospital non riceve alcuna fornitura. Il latte terapeutico deve essere preparato con materiali di prima scelta che vengono acquistati direttamente dal nostro ospedale e l’assenza di cibo terapeutico implica che i casi gestibili anche nelle mura domestica, rimangano ricoverati in ospedale più a lungo.

Oggi il Dr. Ambrosoli Memorial Hospital, unica unità sanitaria che tratta la malnutrizione clinica nel distretto di Agago, sostiene da solo la fornitura di cibo terapeutico somministrato direttamente in ospedale. Il forte aumento della malnutrizione e della malaria ha comportato un pesante carico di lavoro per l’Ospedale che si sta adoperando con tutte le sue forze per curare e salvare vite umane.

Il tuo dono, grande o piccolo che sia è essenziale. Ci aiuterà a offrire a tutti, e sempre, assistenza professionale e terapie essenziali per sopravvivere.

GRAZIE!

 

Cari amici,

eccomi qui a Kalongo, felice e orgogliosa di esserci e di vivere questi momenti di celebrazione dei 60 anni di attività della St. Mary’s Midwifery School, nata quando qui ancora c’era solo un piccolo dispensario medico con il tetto di paglia.

Sessanta lunghi e travagliati anni che hanno cresciuto e formato generazioni di ragazze, consegnato alla vita giovani madri e migliaia di bambini, cambiato il destino di innumerevoli vite.

Padre Giuseppe, guardando lontano, l’aveva certamente immaginato 60 anni prima, quando decise di posare la prima pietra e di creare quella che è oggi diventata un’eccellenza nella formazione medica.

Mentre osservo le studentesse incedere fiere e orgogliose, bellissime nelle loro uniformi per il giorno più importante, cantando traboccanti di gioia, mi chiedo cosa ne sarebbe di loro, di questa affollata comunità, se non ci fossero l’ospedale e la scuola di ostetricia, che oggi continuano a formare le loro competenze, sostenendo un nuovo approccio alla professione e alla vita. Loro, le nostre ostetriche, in questi anni hanno formato me, che appartengo a quel mondo che pensa di tutto sapere e tutto conoscere, offrendomi un altro punto di vista, la loro visione del mondo, capisaldi da non dimenticare mai. Gratitudine, passione professionale, tenacia fino e oltre i propri limiti.

Provo a fatica a immaginare Kalongo senza tutto questo. Compito impossibile. Kalongo è questo, questa scuola, quest’ospedale che cura ed è laboratorio di formazione. Difficile, precario, ostinato e tenace nel bene, nell’affrontare emergenze, trovare soluzioni. Qui come nei villaggi più sperduti di questo territorio. Quando manca tutto ci sono loro, le ostetriche della Midwifery School, nella notte, senza luce, a volte senza neppure guanti e i più semplici “attrezzi del mestiere”. Hanno le loro abili mani, sono state formate a gestire lo stress e a sviluppare la creatività per trovare una soluzione. Sempre. Perché bisogna fare l’impossibile per salvare la vita della mamma e del bambino.

Oggi l’Uganda è un Paese che corre e ha registrato negli ultimi decenni una costante crescita economica e sociale. Ma l’Uganda non cresce tutta allo stesso modo. Ci sono aree, come Kalongo, che sono prive d’infrastrutture, presidi sanitari, accesso all’acqua. L’ospedale e la scuola di ostetricia svolgono un ruolo vitale per chi vive in questo distretto. Quanti bambini, quante mamme, quante famiglie devono il loro futuro all’opera di padre Giuseppe.

Puntare al miglioramento della qualità dei servizi, all’eccellenza nella formazione specialistica: questo devono fare l’ospedale e la scuola per continuare ad assistere il maggior numero di persone. Una sfida concreta che richiede grande impegno. Noi ci siamo. La Fondazione c’è, perché ci siete voi che credete che le cose si possano e si devono cambiare. Con piccoli passi, giorno dopo giorno, anni dopo anni.

Grazie!

Giovanna Ambrosoli

Il 24 ottobre 2019 torna il tradizionale appuntamento con la Charity Dinner organizzata da Fondazione Ambrosoli nella suggestiva cornice di Villa D’Este a Cernobbio. Un’occasione per ritrovarsi con chi ci sostiene e crede nei valori della Fondazione, e per condividere risultati e progetti.

“Sguardi su Kalongo”, questo il titolo scelto per questa edizione che celebra il 60° anniversario della Midwifery School, la scuola di ostetrica fondata da padre Giuseppe Ambrosoli e per la quale ha dato la vita.

Fondazione Ambrosoli ringrazia le aziende che contribuiscono ogni anno a rendere questo evento speciale.

Con il sostegno di:

Si ringraziano:

 

CI SALVERANNO I BAMBINI

Domenica 15 settembre, ore 11.30

Triennale, Salone d’Onore - Milano

(ingresso libero fino esaurimento posti)

 

L’occidente invecchia e non sa attuare politiche di immigrazione per ridare vigore ad una civiltà al capolinea. I paesi emergenti, poveri, ma giovanissimi non sono in grado di valorizzare questa crescita demografica e trasformarla in un elemento di ricchezza. Insieme a quella ecologica, quella demografica è la grande emergenza del millennio.

Pier Luigi Vercesi, giornalista del Corriere della Sera, dialogherà con Giovanna AmbrosoliLetizia Mencarini, docente di demografia all'Università Bocconi, Letizia Napoleoni, economista e autrice di saggi.

Un momento di riflessione e di condivisione su un tema di estrema attualità e importanza per la nostra società. Un’occasione per far conoscere all'opinione pubblica, all'interno dell’evento organizzato dal Corriere delle sera  la realtà del Dr. Ambrosoli Memorial Hospital a Kalongo e quanto facciamo grazie al vostro contributo.

Vi aspettiamo!

Negli ultimi tre mesi l'ospedale ha registrato un drammatico aumento dei ricoveri  per malaria: i dati a disposizione hanno registrato da maggio a fine agosto 1.589 casi di bambini sotto i cinque anni ricoverati in pediatria. Si è passati da 28 ricoveri ad aprile a 600 ad agosto. La situazione nel reparto di pediatria è davvero critica: ogni giorno una media di 150 bambini viene visitata e in caso di diagnosi positiva riceve la terapia antimalarica. Le piccole stanze del reparto che ospita 61 posti letto sono sovraffollate sia di giorno sia di notte, quando i bambini ricoverati e i loro familiari dormono all'interno.

L’ospedale sta dando una straordinaria prova di dedizione, resilienza e capacità di gestione dell’emergenza, ma il numero dei pazienti che si ammalano di malaria non diminuisce ed è necessario uno sforzo enorme e senza sosta da parte del personale dedicato.  I medicinali iniziano a scarseggiare: nonostante le forniture del Governo Ugandese, l’ospedale si ritrova spesso senza scorte e deve sostenere autonomamente le spese per l’acquisto del medicinale e del materiale sanitario necessario.

Un altro segnale preoccupante arriva dai risultati dei trattamenti: stanno aumentando i casi di resistenza ai farmaci per la cura della malaria, che non fanno che accrescere il costante sovraffollamento dei reparti.

 Abbiamo bisogno del tuo aiuto. Il tuo dono, grande o piccolo che sia, è essenziale. Ci aiuterà a offrire a tutti, e sempre, assistenza professionale e terapie essenziali per sopravvivere.

 GRAZIE!

Anche Famiglia Cristiana con noi a Kalongo in questa importante occasione.

Il giornalista Luciano Scalettari di Famiglia Cristiana ci ha accompagnato a Kalongo per raccontare, attraverso il suo bellissimo reportage, le celebrazioni per il 60° Anniversario della scuola di ostetricia e "l'ospedale dei miracoli" come  definisce nel titolo del reportage, il Dr. Ambrosoli Memorial Hospital.

Prendersi cura di una donna incinta è una cosa meravigliosa perché l’ostetrica è la prima a dire alla madre che è incinta di un altro essere umano, la prima ad ascoltare il battito del cuore, la prima a ricevere quella vita fra le mani con amore, la prima a dire alla madre il sesso del bambino, la prima a congratularsi e ringraziare la madre per avere portato un’altra vita nel mondo”. Sr Carmel Abwot

Celebrare la scuola di ostetricia di Kalongo significa celebrare non solo un’istituzione ma anche tutte le donne e le mamme ugandesi che grazie alla formazione sono riuscite a crearsi una professione affermando il proprio ruolo sociale. Questo il grande valore della Midwifery School, la scuola voluta da padre Giuseppe e per la quale ha dato la vita. Un progetto lungimirante che contribuisce allo sviluppo di questo Paese. In Uganda, più di una donna su cinque di età compresa tra i 15 e i 49 anni subisce un qualche tipo di violenza nel corso della sua vita. Le violenze di genere possono avere conseguenze devastanti per la loro vita: si ritrovano molto spesso ad affrontare gravidanze indesiderate, aborti praticati in condizioni non sicure e il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili.

Ecco perché la nostra scuola svolge un ruolo importante non solo come risposta concreta e sostenibile al problema dell’elevato tasso di mortalità materna infantile in Africa, ma anche come concreto sostegno alle donne nell'affermazione del proprio ruolo sociale.

La formazione, infatti, lavora a 360° sul rafforzamento della figura femminile, incoraggiando la donna a raggiungere la propria autonomia, emancipandosi dalla figura maschile e dalle pressioni sociali della comunità di appartenenza che ancora oggi non le riconosce il diritto allo studio e alla salute.

Nel ringraziare di cuore Famiglia Cristiana e il nostro compagno di viaggio Luciano Scalettari, vi lasciamo alla lettura del reportage.


La Fondazione Ambrosoli ha ricevuto dalla Conferenza Episcopale Italiana un importante finanziamento - erogato grazie ai fondi dell’8x1000 - per l’attività del reparto maternità, la formazione di medici e ostetriche e la ristrutturazione delle abitazioni del personale che vive e lavora al  Dr. Ambrosoli Memorial Hospital di Kalongo.

Obiettivo: contribuire a sostenere le cure mediche per le donne in gravidanza e garantire loro parti sicuri con progetti che da un lato assicurano l’accesso ai servizi sanitari di cura e prevenzione; dall'altro contribuiscono a promuovere la formazione medica locale, rispecchiando quella che è da sempre la missione di Fondazione Ambrosoli.

La costruzione di nuovi alloggi per lo staff e l’accessibilità ad acqua potabile e servizi igienici   garantirà un alloggio dignitoso a tutto il personale dell’ospedale riducendo il turn over e garantendo la continuità e la professionalità dell’assistenza fornita. 

CEI finanzierà inoltre 34 borse di studio per ostetriche diplomate e una borsa di studio per la laurea in ostetricia, e la borsa di studio per il futuro pediatra dell’ospedale, il Dr. Maurice Okao, già medico impegnato nella pediatria di Kalongo.

Per le sue capacità e la sua dedizione,  il Dr. Okao è stato scelto dalla Fondazione Ambrosoli per il Master Triennale in Pediatria presso l’Università di Makerere a Kampala.

Investire sulla formazione e lo sviluppo professionale del personale locale, garantendo sostenibilità e qualità, è un nostro prioritario impegno.

Un grazie di cuore dalla Fondazione Ambrosoli e da Kalongo alla CEI per essere al nostro fianco nel sostenere il grande lavoro dell’ospedale investendo sulle risorse di questo Paese.

60° anniversario Midwifery School di Kalongo

Un grazie di cuore a quanti hanno voluto celebrare con noi questo importante anniversario.

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